Fagus sylvatica

Fagus sylvatica, Faggio, Prunetto, Bric dei faggi
Fagus sylvatica, Faggio, Castino. S. Bovo, maggio 1998
Fagus sylvatica, Faggio, Millesimo-Biestro
Fagus sylvatica, Faggio, Perletto, bosco

Fagus sylvatica L. Faggio comune. Fagaceae
Altezza 5-30 m.
Boschi. Fioritura maggio

Albero o arbusto (sp. monoica) con tronco tondeggiante, ramoso; chioma irregolare, ampia; corteccia grigio-scura, glabra, lucida. Foglie alterne, peduncolate con lamina ovato-ellittica, a margine intero, lucida, dapprima verde chiaro poi verde scuro. Infiorescenze femminili verdastre erette, globose, amenti maschili penduli 1.5-2 cm. Frutti (faggiole) racchiusi all’interno di un pericarpo coriaceo e setoloso, lucido a maturità rossastro.

Poche sono le citazioni storiche riferite alla pianta, lo spirito del faggio non manifesta riflessioni in alcun mito, in passato veniva rappresentato come l’archetipo del pensiero libero, che rigenera la freschezza mentale e stimola l’intuizione e la capacità di trovare nuove idee.
Nella mitologia greca veniva identificato come il custode della conoscenza antica, esso rappresentava la fondamentale consapevolezza del passato efficace per comprendere le problematiche del presente.

Importante componente vegetale della flora europea; nel nostro territorio è poco frequente, ormai quasi scomparso dalle basse Langhe e dal Roero; certamente nelle epoche passate ricopriva vaste zone del nostro territorio, ne sono prova antichi toponimi (bric di Fò, cascina dei Faggi, bricco dei Faggi). Aderiva con frequenza alla formazione delle cenosi boschive in tutto il territorio; negli ultimi secoli a causa dell’estendersi delle aree coltivate e della incessante espansione del castagno il suo areale andò incontro ad un progressivo e costante regresso, è tuttavia ancora possibile osservarlo con una certa frequenza nell’alta valle Belbo e nelle Langhe meridionali.

Fagus sylvatica, Faggio, Millesimo-Biestro

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