Melo comune.



Malus domestica Borkh. Melo comune. Rosaceae.
Siepi, bordo dei boschi. Altezza 5-10 m.
Fioritura aprile-maggio.
Albero con corteccia grigiastra, chioma globosa, rami senza spine. Foglie peduncolate, lamina ovata, acuta, dentellata, densamente tomentosa nella pagina inferiore. Fiori riuniti in corimbi lassi, corolla a 5 petali subrotondi, bianchi con gradazioni rosate. Frutto (mela, pomo) edule, con varie sfumature di colore, verde, giallo, rosso.
Malus domestica è un complesso di forme ibridogene tra Malus silvestris e altre specie orientali, stabilizzate dalla coltura. E’ probabile che Malus domestica fosse già coltivato in epoca preistorica. Alcune varietà antiche di questa specie, coltivate nelle Langhe e nel Roero, si possono ancora ritrovare ai bordi di vigne, lungo i sentieri o strade campestri. (carlu, marcun, percandù, risunent, etc)
Specie originaria dell’Asia centrale, introdotta in Europa nel neolitico. Il melo faceva parte dell’alimentazione umana sin dall’età della pietra; coltivato dai romani, presente in Grecia, e in altre regioni europee. Plinio ricorda come gli etruschi fossero abili nel creare nuovi innesti.
Frutto leggendario, associato al mito di Adamo ed Eva e altre leggende mitologiche. Nella cultura britannica, il giardino delle Esperidi era un frutteto di pomi d’oro che cancellava la sete e la fame, il dolore e la malattia. Per i popoli Celti la mela era il frutto dell’immortalità, simbolo di una conoscenza divina. Per i latini Malus stava ad indicare piante da frutto di forma tonda. I romani festeggiavano “Pomona” celebrazione delle mele sacre, simbolo di immortalità e di forza vitale.





