Orchide minore.


Orchis morio L. Orchidaceae.
Orchide minore. Altezza 10-30 cm.
Erbosi, radure boschive. Fioritura aprile-maggio.
Pianta erbacea bulbosa. Fusto eretto, rigido, angoloso. Foglie lanceolate, glabre, le inferiori divergenti. Infiorescenza da lassa a compatta, tepali esterni riuniti a formare una specie di elmo, tepali interni minori; labello trilobato, colorazione molto variabile, spesso rosso-violacea, con lobi esterni divergenti, sperone orizzontale.
L’epiteto specifico morio, deriva dal greco e significa pazzo, buffone, probabilmente riferito al cromatismo alquanto variabile dei fiori.
La specie nel nostro territorio ha diffusione relativamente frequente; distribuita nelle zone collinari più elevate, talvolta negli ambienti più appropriati alle sue esigenze vegetative, nei prati poco umidi e in terreni ricchi di sostanze nutritive, forma agglomerati estesi ricchi di individui con spiccata variabilità cromatica.
La continua ricombinazione tra le specie vegetali dei caratteri ereditari, producono fattori biologici e morfologici maggiormente favorevoli e confacenti nell’adattamento alle diverse condizioni ecologiche, assicurando in tal modo un più vantaggioso e proficuo successo evolutivo per ciascuna specie.
Non è difficile osservare nelle Langhe, orchidee della stessa specie con mutazioni genetiche, morfologiche e cromatiche vistose, ricche di numerose forme ibride, e di forme depigmentate, intese da alcuni studiosi come varietà o sottospecie, ma altri botanici ritengono che queste mutazioni siano probabilmente elementi di scarso valore tassonomico, da considerarsi solo come pura variabilità intraspecifica.
Il risultato degli studi su base genetica e molecolare condotti negli ultimi anni porteranno ad una esauriente comprensione delle disparate variazioni fenotipiche che si presentano nella famiglia delle Orchidaceae.

