Buxus

Buxus sempervirens, Magliano, cimitero, aprile 1987

Buxus sempervirens L. Bosso comune. Buxaceae.
Altezza 1-4 m.
Boschi, rocche, pietraie. Fioritura marzo-aprile.

Arbusto (specie monoica) con fusto eretto, ruvido; corteccia rossiccia. Foglie coriacee, sempreverdi, lucide di sopra, lamina obovata. Fiori unisessuali poco appariscenti, di colore giallognolo, riuniti in glomeruli all’ascella fogliare. Il frutto è una capsula triloculare velenosa, come tutte le altre parti della pianta.

Il termine generico Buxus deriva dal greco pixos, pugno chiuso o piknos, fitto, in riferimento alla durezza e alla tenacia del legno o alla conformazione folta dell’arbusto.

Specie molto rara in Italia, spontanea solo nell’ area nord-occidentale e negli appennini centrali. Tipico elemento della flora mediterranea, un tempo probabilmente diffuso in gran parte del territorio, specialmente nelle zone collinari; ai nostri giorni divenuto raro, per effetto delle restrizioni boschive e del condizionamento antropico, (tale affermazione è facilmente riscontrabile analizzando gli innumerevoli toponimi medievali riferibili a Buxus).

Anticamente considerato arbusto magico dotato di virtù soprannaturali, simboleggiava la continuità della vita.

La presenza nelle Langhe di questa specie è strettamente limitata ai territori tra Ceva e Nucetto su suoli sassosi.

Buxus sempervirens è pure diffusa come specie coltivata a scopo ornamentale, nei parchi e nei cimiteri, apprezzata per le sue pregevoli siepi sempreverde.

Il legno del bosso di colore chiaro è molto resistente e duro, in passato veniva impiegato per parti soggette ad usura, sculture lignee e lavori sagomati al tornio.


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