


Le specie con maggiori esigenze ecologiche, hanno risentito in misura notevole delle trasformazioni verificatesi sul territorio, in particolar modo le specie carnivore hanno riportato i danni più rilevanti. Sono infatti scomparsi tutti i grandi predatori, l’orso, il lupo, la lince, la lontra e il gatto selvatico. L’orso era forse ancora sporadicamente presente alla fine del ‘700 presso il confine ligure e le Alpi marittime; il lupo sopravvissuto nelle Langhe meridionali sino agli inizi del ’800.
La lontra era indicata come specie frequente lungo i corsi d’acqua del Tanaro, del Belbo e del Bormida, ancora agli inizi del ‘900. La testimonianza di un cacciatore di Magliano Alfieri nel 1920 ne indicava la presenza nella Bealera di Castagnito nella bassa valle Tanaro.
La lince è sopravvissuta sino agli inizi del ‘900 nelle Langhe meridionali, che ne costituirono uno degli ultimi rifugi della regione Piemonte, mentre il gatto selvatico, un tempo diffuso in tutto il territorio collinare, secondo alcune indagini potrebbe attualmente sopravvivere in qualche area boscosa sud-occidentale del Piemonte.
Sono ancora frequenti le specie che hanno minori esigenze ecologiche; tra queste la volpe, che trova nel bosco rado di latifoglie nascondigli sicuri; specie per molto tempo perseguitata, perché ritenuta responsabile dei danni alla selvaggina.
Più raramente è possibile osservare il tasso, la puzzola, la donnola, la faina. Con maggior frequenza si avvistano specie diffuse nei boschi, il ghiro, lo scoiattolo, il moscardino.
Nei prati, nei coltivi e nelle siepi è usuale incontrare la talpa, la lepre, il riccio, alcune specie di roditori quali il toporagno, l’arvicola, il topo campagnolo; nelle ore serali, all’imbrunire, nelle cave o nei cortili delle vecchie cascine alcune specie di pipistrelli.
Purtroppo sono anche presenti diverse specie alloctone, estranee alla nostra fauna inserite per lo più dai cacciatori tra cui lo scoiattolo americano, la minilepre, il capriolo, la nutria, il cinghiale, questa ultima specie di rado diffusa in passato ora presente in modo massiccio, è temuta dagli agricoltori per i gravi danni arrecati ai coltivi.
